Abside della Chiesa di San Domenico

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Info Point: Abside della Chiesa di San Domenico
Sicilia - prov. di Agrigento - Santo Stefano Quisquina
Info Point: Abside della Chiesa di San Domenico
Sicilia - prov. di Agrigento - Santo Stefano Quisquina
La presenza dei Padri Domenicani a Santo Stefano Quisquina risale alla metà del XVI secolo

Dati del punto

Provincia: Agrigento (AG)
Territorio: Monti Sicani
Latitudine GPS: 37°62'47.1" N
Longitudine GPS: 13°49'09.0" E
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 Raggiungibilità: Molto facile
 Altitudine: 719 s.l.m.

Informazioni utili

Orari di apertura:
Sempre visitabile, di dominio pubblico.
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Tariffe: Totalmente gratuito.

La presenza dei Padri Domenicani a Santo Stefano Quisquina risale alla metà del XVI secolo: nel 1550 Vincenzo Larcan, barone di Santo Stefano e di San Fratello, concedeva ai Padri Domenicani la chiesa di Santo Stefano, poco distante dal centro abitato, con l’assegnamento di rendite e sussidi per sette frati, per la costruzione di un convento, detto poi del Santissimo Rosario. Alla fine del secolo i frati lasciarono momentaneamente il convento, tornarono nel 1602 per poi abbandonarlo definitivamente nel 1625 in seguito alla costruzione del nuovo edificio nel centro del paese, durante la baronia di Carlo Ventimiglia. Il convento aveva già acquistato una certa fama, soprattutto grazie alla figura di fra Vincenzo Traina, vissuto tra il 1525 e il 1598. Sentì la vocazione da bambino e a quindici anni fu ammesso all’ordine; visse in Germania e Boemia per poi tornare a Palermo come maestro dei novizi e sottopriore fino alla morte. Sulla sua scia probabilmente crebbe nella vocazione Giacinto Ansalone, poi diventato frate con il nome di Giordano. Egli, muovendo i primi passi dal convento di Santo Stefano, portò il messaggio cristiano fino in Giappone, confortando le comunità cristiane locali durante una dura persecuzione; morì martire a Nagasaki nel 1634. La sua figura è commemorata dal monumento che si può vedere proprio davanti all’ingresso dell’attuale Biblioteca Comunale. La presenza del convento è attestata ancora nell’Ottocento e la chiesa risultava aperta al culto nel 1892, ma nella primà metà del Novecento il piano terra del convento cambiò funzione e fu usato come riparo per i carrettieri e i loro animali; i piani superiori hanno ospitato, e ancora oggi ospitano, gli uffici comunali. Negli anni Sessanta del Novecento la chiesa risultava in stato di abbandono e le opere d’arte conservate al suo interno erano già state spostate in altre chiese del paese; oggi anche questi locali sono utilizzati dal Comune e della vecchia chiesa rimane solo la parte absidale, trasformata negli scorsi anni in un piccolo museo della cultura contadina.